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Mi vendo sul blog
Giovedì 04.09.2008 12:52
di Alessandro Gilioli
Per una settimana, circa, mi sono occupato di escort, lucciole, mignotte e via andare. Direi che è senz’altro il settore più efficiente dell’industria italiana: tutte e tutti rispondono in tempo reale, arrivano puntuali agli appuntamenti e non perdono tempo in chiacchiere inutili. Roba che Brunetta si toglierebbe il cappello.
Ecco comunque quello che ne è uscito.
Quelli che ancora oggi discutono se riaprire o no le case chiuse forse dovrebbero farsi un giro su qualche blog, tipo Ioprostituta, Dolce Alexia o Scopopagando. Probabilmente si accorgerebbero di quanto sia grottesco il dibattito italiano sulla legge Merlin - roba del 1958 - mentre la prostituzione è sempre di più da un’altra parte.
In Internet, ovviamente, ma soprattutto nel Web 2.0: quello fatto di blog, interattività, scambi di pareri, recensioni e così via. Lontane dai postriboli con le luci soffuse, le sex worker di oggi sono cresciute a pane e computer: e quando vogliono praticare la professione, sanno come raccontarsi, chiacchierare e infine offrirsi attraverso le nuove forme di comunicazione in Rete.
Prendete Rita, la blogmaster di Ioprostituta: definisce il suo sito «una piattaforma di discussione su questo mestiere» in cui parla di sé e della sua vita, commenta le notizie uscite nei giornali sulla prostituzione, ma chiede anche ai clienti opinioni sulle loro esperienze con le lucciole. Poi naturalmente Rita non è solo lì, visto che paga 150 euro al mese per pubblicare le sue foto con il numero di cellulare sui siti specializzati di annunci e si dice assolutamente soddisfatta di questo sistema: «Internet», spiega «mi porta in media 3-4 clienti al giorno, gente più istruita e generosa di quella che si trova con le inserzioni sui quotidiani. Nessuno sfruttatore e meno pericoli, perché non rispondo mai alle chiamate anonime».
Dopodiché anche in Rete non è che le offerte - e la clientela conseguente - siano tutte uguali: anzi, cambiano moltissimo a seconda della ragazza e del suo target. Lo testimonia Chanel, 28 anni, padre francese e madre ebreo-iraniana, una laurea in legge alla Sorbona, un anno di studi alla scuola di moda Marangoni, un sito fatto tutto da sola più una presenza fissa sulle bacheche di Escortsuperstar e Arcaton: «Stare sul Web è una potenzialità e insieme un rischio», dice: «Se sei intelligente, metti le foto giuste e fai una politica commerciale centrata, arriveranno clienti di livello elevato. Se però sei ingenua è il disastro: le ragazze che postano immagini con il frustino si riempiranno di sadomaso, quelle con foto volgari troveranno gente più ignorante. È normale».
Lei, Chanel, appartiene di sicuro alla fascia più alta: prende 6 mila euro per passare quattro giorni sulla barca di un cliente, con il Blackberry sempre acceso per gestire la schedule. Raramente accetta più di due o tre uomini a settimana e paga 500 euro al mese per pubblicare i suoi annunci on line. Ex fotomodella, divorziata, ha due figli che vivono in America e un attico con vista lago a Desenzano: «La Rete è un sistema eccellente per essere autonoma», dice, «ma non è il paradiso: anche lì c’è gente che ti chiama e cerca di sfruttarti in qualche modo, sta a te dire di no. Gli stessi siti di annunci non sono tutti uguali: bisogna scegliere i più affidabili, altrimenti arriva di tutto».
Già, i siti: ce ne sono centinaia, e in effetti rappresentano realtà diversissime per linguaggi e frequentazioni. Ai livelli più basic ci sono quelli gratuiti o semigratuiti: alcuni non sono specializzati in annunci erotici ma hanno apposite e ricche sezioni, come Bakeca, Kijiji e Netgaphono. Altri fanno pagare alle inserzioniste cifre che vanno dai 100 ai 500 euro al mese offrendo talvolta ai visitatori servizi aggiuntivi di diverso tipo, come webcam, chat, forum e - soprattutto - recensioni: il cliente vota e descrive la sua esperienza con la sex worker che ha messo il suo annuncio lì, un po’ come si fa per i libri e i cd su Amazon.
È stata questa la fortuna di Escortforum.it, sito italiano (ma con sede in Svizzera) cliccatissimo non solo dai frequentatori delle ragazze ma anche da migliaia di navigatori che si divertono a leggere quello che gli uomini hanno scritto delle loro serate a pagamento. Vi si trova di tutto, scurrilità comprese, ma con una prevalenza di giudizi positivi, talvolta perfino romantici.
Quanto poi queste review siano autentiche è uno dei tanti misteri del Web: Tiziana, trans quarantenne con un suo sito, le giudica ad esempio «totalmente prive di significato perché sono o fandonie inventate da millantatori oppure semplici iniziative pubblicitarie delle escort o dei siti».
Tutto diverso il parere di Norageisha, 35 anni, di Roma, che paga 250 euro al mese per stare su Escortforum: «All’inizio sì, c’era un po’ di confusione, ma adesso non si può mettere più di una recensione dallo stesso Ip, quindi la cosa è più seria. I giudizi su di me, ad esempio, sono tutti di clienti veri».
Ci ride su Mara, prostituta occasionale con blog proprio: «Paradossalmente le recensioni negative portano più clienti di quelle positive, perché incuriosiscono. A quelle piene di elogi, invece, non crede nessuno», dice.
Quella di Mara è una storia molto lontana dal lusso levigato di Chanel: casalinga, quattro figli, abita in un paese vicino a Perugia dove il marito fa l’operaio e i soldi non bastano. Un paio d’anni fa, mentre stava chattando in Rete, ha ricevuto una richiesta di sesso a pagamento. Ha accettato e da allora ha iniziato a farlo con regolarità, due o tre giorni al mese, sempre lontano da casa: prima con annunci sui siti gratuiti, poi anche con il suo blog. «Penso che prostituirsi attraverso la Rete sia il modo migliore: chi ti contatta è gente che sta in ufficio, professionisti, avvocati, dirigenti. Sono disposti a pagare più che per strada, anche se naturalmente vogliono un servizio migliore», dice. E ancora: «Io faccio tutto di mia volontà, senza sfruttatori, conoscendo prima il cliente per telefono. Certo, anche Internet ha i suoi lati negativi: quando in paese hanno scoperto il mio blog, tutti ne hanno parlato e mi hanno mandato perfino gli assistenti sociali. Ma io non mi vergogno, anche perché non faccio niente contro la legge».
In realtà la questione della legalità delle vetrine on line sta nell’area grigia che in Italia caratterizza il mondo della prostituzione, con in più tutta l’aleatorietà logistica di Internet: molti di questi siti hanno sedi all’estero, altri invece girano su server italiani e sono oggetto di sporadiche operazioni di polizia. Il gestore di Topclassescort.net, ad esempio, si è fatto qualche settimana in galera e ora il sito risulta “in ristrutturazione”, mentre Oasi2000.com è stato chiuso ma è poi riapparso con l’indirizzo variato in Oasi2007.com. Ancora oscurato è invece Universoescort.com, il cui proprietario è stato arrestato. Insomma, un gran caos.
C’è poi la questione non secondaria della veridicità degli annunci: in quel gigantesco bazar che è la Rete abbondano le foto false o ritoccate, le offerte civetta di signorine inesistenti, e così via. A sentire le ragazze, poi, ci sono spesso piccoli imprenditori dell’on line che si fanno prendere la mano e a un certo punto decidono di gestire alcune ragazze in proprio, magari facendole venire dai paesi dell’Est e diventando così papponi a tutti gli effetti.
Per contro, esistono anche siti “garantiti” dalle sex worker più attente ai propri diritti (tipo Piccoletrasgressioni e Rosarossa) in cui è bandita ogni forma di sfruttamento.
Proprio l’emancipazione dalla malavita è l’obiettivo di Pia Covre, leader del Comitato per i diritti delle prostitute: «In questo senso i blog, i siti e il resto mi sembrano un fenomeno positivo», dice, «molto in crescita soprattutto tra le ragazze più giovani e istruite: conoscono la Rete quanto basta per organizzarsi da sole on line e poi lavorare in casa». Ma, aggiunge, «il Web non è la panacea e non si può escludere che alcune bacheche in Rete siano realizzate proprio dagli sfruttatori».
Concorda Francesco Carchedi, sociologo e coautore di un recentissimo studio sulla prostituzione intitolato “All’aperto e al chiuso” (Ediesse): «A volte Internet è solo un mezzo per chiedere più soldi che in strada. È una banale illusione di marketing: se stai on line, invece che sul vialone, tutto sembra più pulito e quindi puoi ottenere di più. Ma nessuno garantisce che la ragazza non vada anche sul marciapiede o che non abbia uno sfruttatore».
Più ottimista Grazia Visconti, autrice di un’approfondita inchiesta sul campo (“Escort Life”) appena uscita per l’editore Aliberti: «In realtà la maggior parte delle donne che si offrono on line fanno tutto da sole: sito, blog, annunci etc. Ed è proprio la possibilità o meno di gestirsi da sé che oggi divide verticalmente la prostituzione: da un lato ci sono le ragazze tecnologicamente più evolute, che quindi sono in grado di crearsi un giro d’affari sul Web senza bisogno di nessuno; dall’altro ci sono le immigrate dai paesi più arretrati, Africa in testa, che finiscono inevitabilmente sulla strada con uno sfruttatore alle costole».
Concorda Norageisha, «cortigiana» (così si autodefinisce) che proprio in chat ha trovato il primo cliente e adesso lavora soltanto con Forumescort.it: «Faccio tutto on line, e quelli del sito non li ho mai visti di persona. Con me sono sempre stati seri e gentili: se un giorno gli salta il server mi telefonano per farmi recuperare il mese dopo la pubblicità perduta». E così Norageisha (laureata in psicologia, un appartamentino alcova vicino a Cinecittà) grazie al Web riceve due o tre clienti a settimana - 500 euro per tre ore di massaggi, profumi e relax - mentre nel resto del tempo porta avanti progetti artistici di tutt’altro tipo, la sua vera passione.
Ma c’è anche chi in Internet proprio non ci vuole andare, come Electra Paradise, 27 anni, spogliarellista al Blue Moon di Roma ed escort occasionale: «A una ragazza che vuole fare questo mestiere consiglio di trovare i suoi clienti solo nei locali, come faccio io», dice: «Conosci la persona, gli parli, poi capisci se ti puoi fidare o no. Sul Web invece gira di tutto, come sui bastioni», dice. Eppure di Electra si parla, e parecchio, in Internet: basta andare sul forum on line di Bluemoonshows.it per leggere le recensioni ai suoi numeri esotici e, naturalmente, alla sua avvenenza.
Così va la Rete, prostituzione o no: se anche tu la eviti, è lei che non evita te.
Grazia Visconti
"Escort Life"
Aliberti editore - Prezzo 16,50 euro
Leggi l'articolo pubblicato su L'espresso online o nel blog d'autore "Piovono rane" di Alessandro Gilioli
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